THE PLAYER’S DILEMMAS


di Nicola Mosca

Arriva sempre il momento in cui ognuno di noi è chiamato a prendere delle decisioni. Ad esempio a volte si riesce a resistere all’acquisto compulsivo, a volte no. Da poco ho conosciuto una persona che difficilmente intraprende la prima via ed è così che ha origine la nostra storia. Tra le innumerevoli foto dei suoi acquisti ludici inviate nella chat whatsapp di gruppo, una in particolare cattura la mia attenzione. Un titolo legacy, intravisto sui tavoli in fiera durante l’ultima visita in terra tedesca, The King’s Dilemma. Il titolo si presenta a primo acchito come un gioco totalmente fuori dalle mie corde, in quanto giocatore dal cuore freddo e germanico, ma la parola legacy mi ha sempre affascinato, quindi vederlo lì, a disposizione di una possibile campagna, crea subito qualche aritmia in me. Scrivo di getto “comunque voglio provarlo” e subito mi viene risposto “lo facciamo tutti insieme dai”.

DISCLAIMER: Questo articolo è SPOILER FREE.

Proverò a narrarvi di alcune decisioni che ho dovuto prendere e non sto parlando di quelle proposte dal titolo in foto.

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Figura 1 - Scegliere può provocare cefalea

La prima scelta:


Sei sicuro di voler iniziare una campagna di un titolo di tale tipologia?
“Sì, fino ad ora ho visto solo delle persone intorno ad un tavolo, degli schermi, qualcosa di simile ad un gioco di bluff, probabilmente ci saranno dei ruoli segreti? Ah sì, su Facebook mi pare di aver letto che bisogna fare delle scelte. Ma questo non basta, forse dovrei informarmi meglio prima di impegnarmi e devastare un gioco altrui in modo permanente, per poi dover confessare tutto il mio disprezzo e rendere interminabile l’avventura per gli altri.” Penso bene di cercare quindi sul tubo un video che mi dia qualche informazione. I ragazzi di Gioconauta.it riescono quindi a farmi una panoramica del gioco. In pochi minuti mi è chiaro il flusso di gioco: come nel gioco mobile Reigns, ci sono dei parametri e delle scelte che dobbiamo affrontare. Le decisioni intraprese modificheranno questi parametri, ma non solo. Influenzeranno anche la storia del regno. Sembra figo, ok, ma non sono del tutto convinto. Chiedo in chat quindi se in qualche modo è reperibile una demo prima di firmare questo contratto: mi viene risposto picche. Non contento cerco online e in realtà riesco a comprendere che per chi ha comprato il gioco in alcune fiere, era in realtà disponibile una piccola demo, ma ormai non è reperibile da noi comuni mortali. Sarebbe stata davvero un’ottima cosa, ma tant’è. Ok, o dentro o fuori. Decido di rischiare.

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Figura 2 - Drinking in Ankist (calice realizzato con resti del giocatore che ti ha tradito non incluso nella confezione)

Ci organizziamo, gruppo da 5, perché l’esperienza completa dicono si ottenga col massimo numero di giocatori (non sono l’unico a fare delle scelte). Mi siedo al tavolo scevro dei dettagli della regolistica, quindi mi fido della spiegazione che mi viene fatta sul momento. Facciamo una prima partita. Rimango abbastanza freddo. Sì, non mi è dispiaciuto, ma dov’è tutto il brio che mi aspettavo di ricevere? Avevo sentito parlare di rappresentare la mia casata, influenzare il consiglio dei giocatori, diplomazia a gogo e soprattutto corruzione e tradimenti (con un eventuale dose di sangue sparso sul tavolo per qualche fomentata discussione). Nulla di tutto ciò. Torno a casa e in me cova il dubbio che qualcosa probabilmente ce lo stiamo perdendo.

La seconda scelta:


Hai provato un gioco tramite la spiegazione di un’altra persona. Provi a fidarti di quanto illustrato o recuperi il regolamento e via allo studio matto e disperatissimo?
Se capita in fiera che qualcuno vi illustra il gioco e non vi convince, beh, nessun problema: consideriamo tutte le attenuanti del caso partendo dalle situazioni non proprio congeniali che spesso si creano in quei luoghi di perdizione e mettiamo sempre in conto di studiare nuovamente il gioco dopo l’acquisto. Ma quando si tratta di un vostro amico che vi illustra il gioco, beh... Qualcuno potrebbe viverlo come alto tradimento! Non me ne vogliate, ma lo spirito di San Tommaso misto al fiuto per la presenza di regole errate, mi rende la seconda opzione d’obbligo, sperando nella comprensione del prossimo. Prima di tutto mi rendo conto ahimè che il regolamento in Italiano non è disponibile né sul sito ufficiale di Ghenos Games (distributore per l’italia), né su quello di Horrible Guild (ex Horrible Games, editore) e né su BoardGameGeek (la bibbia per noi credenti del giocodatavolesimo). Mi armo di una maggiore voglia e recupero il regolamento in inglese (in questo caso disponibile sul sito di Horrible) e scopro molte differenze tra il gioco illustrato nella sessione precedente e in quello che apprendo dal regolamento. Vi cito solo le due differenze che più hanno inciso: la prima è l’uso delle monete (che nella partita zero non avevamo utilizzato e che da regolamento sono utili soprattutto per influenzare la volontà degli altri rappresentanti del consiglio) e la seconda è il sistema di votazione.

TL;DR: Mi soffermo soprattutto sul secondo per farvi comprendere l’importanza del cambiamento, ma se vi fidate, passate pure alla prossima scelta.

Nella prima partita in sostanza si era votato in contemporanea a pugno chiuso: ogni giocatore metteva la carta scelta coperta sul tavolo (tra SI/NO/PASSO) e un quantitativo di segnalini potere racchiusi nel pugno (anche zero). Il regolamento invece indica un sistema di votazione simile a quello di rilancio nel poker: si parte da un giocatore indicato da un segnalino “Leader” che posiziona pubblicamente un numero di segnalini a scelta su di una carta scoperta (e.g. tutti quindi sanno che ho speso 5 punti sul SÌ). In senso orario ogni giocatore ripete l’operazione. Se qualcuno supera la puntata del giocatore con il segnalino Leader, ottiene il segnalino Leader. La votazione termina quando ha completato un giro completo senza che il segnalino si sia mosso. Vince tra il SÌ e il NO il gruppo con la somma maggiore.

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Figura 3 - Uno dei molteplici esempi presenti nel regolamento

La terza scelta:


Scegli di tenere per te la scoperta perché “tanto si gioca per stare insieme” o affronti una discussione per ottenere la giusta esperienza di gioco?
Sì perché quando si gioca, non si sa mai con chi si è al tavolo. Una volta mi è capitato di giocare con un amico che affermava di rifiutarsi di giocare ad un gioco se prima non ne avesse letto il regolamento parola per parola. In altri casi ho trovato gruppi a cui stava bene usare un set di regole più o meno coerenti, pur di velocizzare la fase di spiegazione pre-partita. In questo caso ho iniziato a cercare di affrontare la questione con il gruppo, nonostante quest’ultimo fosse assimilabile maggiormente alla seconda tipologia. Vi posso assicurare che non è stato semplice, ma il gioco ne ha tratto grande giovamento.

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Figura 4 - Il dilemma in tutto il suo splendore

La quarta scelta? 


Questa spetta a voi. The King’s Dilemma merita una chance? Io posso soltanto dirvi che nonostante tutte le peripezie affrontate in questa storia, questo titolo mi ha coinvolto e mi ha scosso dal torpore causato dalla staticità del mercato ludico attuale. La storia è coinvolgente al punto giusto, il gioco evidenza un playtest fatto con precisione e l’effetto “ciliegia” è davvero importante: una partita tira l’altra (considerando soprattutto una durata abbastanza contenuta, tra i 15 e i 75 minuti). D’altro canto pensate bene al gruppo con cui dovrete affrontarlo, perché può cambiare notevolmente l’esperienza di gioco (evitate di comprarlo se avete amici che prendono tutto sul personale ad esempio). Se tutto questo non vi avesse scoraggiato anzitempo, pescate la prima Carta Dilemma dal mazzo e... Buon divertimento.


Riferimenti:

The King's Dilemma | anteprima e tutorial (youtube.com)
Reigns (play.google.com)
Reigns (apps.apple.com)
The King's Dilemma (horribleguild.com)

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