Le Cronache di IdeaG 2019
Eccomi reduce dalla mia prima esperienza a IdeaG, che poi sarebbe la seconda se si considera quella di questa estate ad Aosta, ma non facciamo i pignoli dopo così poche righe!
Ho deciso di approfittare di questo evento per vivere l'aria che si respira al fianco di grandi autori, per carpire il loro segreto.
Provare a comprendere come nascono i giochi.
Qui poi si va sul personale, ognuno dà la precedenza a quello che ritiene più importante per sé, ma credo che un vero appassionato di giochi debba essere conscio di come nascano i giochi, di quanta fatica e dedizione ci sia dietro. Vedere con i propri occhi come nascono le idee.
I giochi da tavolo non crescono sugli alberi, ci vuole cervello ma anche cu...
Ci vuole cuore, ma non solo.
Mi ritorna in mente un incontro a cui ho partecipato qualche mese fa, con il grande Luca Borsa che ho la fortuna di avere come concittadino. Lui, fra le molte cose interessanti raccontate quel giorno, mi ha aperto gli occhi su una cosa a cui effettivamente generalmente si dà poco peso: La fortuna.
La fortuna spesso è un fattore determinante per la pubblicazione di un gioco, ma bisogna anche andarsela a cercare. Come? Beh, intanto non nascondendo le proprie passioni e condividendo le proprie idee, i dubbi, le paure e le sensazioni.
Ecco, forse ora ci sto mettendo del mio e le parole non sono proprio le stesse, ma il succo del discorso più o meno era questo.
Chi va a IdeaG si mette in discussione, si espone al giudizio degli altri e lo fa perché crede in sé stesso, perché sa che l'unione fa la forza e che, con un po' di fortuna, il suo gioco può trovare lo spunto di cui ha bisogno. Con un po' di fortuna si può imparare molto, se si ha le orecchie tese.
Con un po' di fortuna si ha la possibilità di andare a IdeaG.
Ho avuto l'onore di provare dei giochi di alcuni autori già di livello, professionisti già affermati e ho sentito vivo il loro interesse per ogni feedback, anche quelli di playtester improvvisati come me. Poi chiaro, alcuni sono pokerface e mentre ti sorridono e annuiscono magari non sono d'accordo, ma agiscono con intelligenza e raccolgono il massimo da ogni persona. Sembrerà un caso, ma ho notato che i migliori autori sono anche le persone più umili, quelle che condividono il loro pensiero con chiunque senza alcuna distinzione. Non faccio i nomi, non voglio fare sviolinate, ma parlo di Autori con la A maiuscola.
Non ho chiesto il permesso a Carlo Emanuele Lanzavecchia per la foto, quindi camuffo e lascio visibile solo questo promettente Playtester, mi pare si chiami Carlo A. Rossi... |
Gli sconosciuti di oggi, sono gli autori di domani
Non voglio fare un articolo lungo e banale, non avete bisogno che vi dica anch'io quello che vi siete persi se non siete venuti, ma vi assicuro che anche per chi, come me, ha partecipato in vesti di Playtester, questa esperienza è stata travolgente, illuminante e preziosa.
Giocare con autori rinomati e sentire il loro parere, un consiglio su come migliorare una meccanica, il loro modo di analizzare pro e contro anche da un punto di vista meramente economico è un qualcosa di inestimabile. Anche confrontarsi con chi muove timidamente i primi passi ha un valore indiscutibile, sentire dubbi e problematiche che normalmente chiunque si pone e vederli accogliere giudizi, chi bene chi meno bene. Vedere i loro occhi illuminarsi o spegnersi...
Alla fine mica è facile essere un autore, ok, ma nemmeno un buon Playtester! Quando vai a dare giudizi, che per quanto educati e detti a modo, appaiono come sentenze ad un condannato. Giudicare in pochi minuti il lavoro di persone che hanno speso magari decine e decine di ore. Non è facile restare obiettivi e coerenti.
Fa parte del gioco, lo so, ma è qualcosa che fa riflettere.
A IdeaG senti di far parte di qualcosa di grande e il clima che ho vissuto in questi due giorni è stato tonificante, ma non ho idea di come sarebbe andata se fossi stato dall'altra parte. L'ansia da prestazione, lo stress, il mettere le mani avanti preventivamente per attutire la caduta dal mondo dei sogni.
Bisognerebbe provare.
Lo sanno tutti...
Chiunque giochi ha un sogno nel cassetto, o perlomeno ne ha accarezzato l'idea almeno una volta, ed è quello di essere un giorno un game designer. Non è impossibile, per diventarlo bisogna avere delle basi e queste si formano con l'esperienza, oltre che tenacia. Determinazione.
Naturalmente giocando tanto si acquisisce esperienza. Più giochi, più hai possibilità di accumulare saggezza, ma non solo giocando, anche confrontandosi con altri e seguendo da vicino chi ne sa di più.
Magari leggendo libri in merito o seguendo conferenze e dibattiti.
Durante la due giorni ho avuto modo di seguire gli incontri conferenza fra addetti ai lavori e un nutrito numero di persone, una quantità di informazioni utili non solo per aspiranti game designer, ma anche per semplici amanti del gioco come me.
Grazie all'organizzazione e a Luigi De Feo in particolare, sulla pagina di IdeaG sono presenti le registrazioni dei quattro incontri. Oro.
Sì, ma i giochi?
Ecco, siccome io obiettivamente di game designer ne so davvero poco, lascio parlare le immagini, perché alla fine se siete qui, siate onesti, è solo per vedere qualche bella foto di prototipi.
Fra questi potrebbe esserci il prossimo gioco che vi farà correre in negozio, oppure in bagno...
Ovviamente i miei pareri sono del tutto personali e basati su dei prototipi, alcuni ancora in fase poco più che embrionale. Prendete quello che scrivo con le pinze perché tutto potrebbe cambiare.
Merv di Fabio Lopiano è sicuramente da tenere d'occhio. |
Il primo gioco provato il sabato. Appena l'ho visto apparecchiato mi ci sono fiondato. Un sistema di attivazione molto interessante che può premiare anche gli avversari e una meccanica di ordine di turno davvero bella. Il primo round molto entusiasmante, poi però il senso di crescita è stato troppo repentino, a mio avviso, portando al secondo round in una condizione in cui normalmente, in giochi di questo genere, ci si dovrebbe trovare a fine partita.
Fight è un gioco molto interessante di Alberto Licciardello, una partita dura solo un minuto. |
In Fight ci si sfida in tempo reale, contro il o i propri avversari, a suon di set di carte. Ogni carta rappresenta un colpo, presente nel mazzo in una doppia versione come ad esempio il pugno destro in coppia con il pugno sinistro, il calcio basso col calcio alto ecc. Per far si che a fine partita questi valgano punti, bisogna aver giocato le carte nel campo avversario, piazzandole in successione alternando le due versioni dello stesso colpo. Un gioco frenetico in cui mi saranno partite carte ovunque n volte, mentre cercavo di pescare carte, carte difesa, giocare set e tappare quelli del mio avversario. Non proprio il mio target, ma devo ammettere che quei due minuti spesi per fare due partite sono stati divertenti.
Social links, Stefano Castiglioni |
Ecco, qui ammetto di essere partito prevenuto appena seduto al tavolo, oltretutto essendo a ridosso dell'ora di pranzo avevo poca voglia. La tematica non mi attirava nemmeno più di tanto. Dopo la spiegazione breve e concisa di Stefano Castiglioni, autore di questo gioco Social Links, abbiamo fatto un paio di giri e mi sono ricreduto. Interessanti le condizioni di punteggio, anche la gestione dell'energia e del denaro l'ho trovata ben implementata. Mi spiace non averlo approfondito, anche perché nel proseguo del gioco, come spiegatomi dall'autore, sarebbe entrata in gioco un'interazione molto interessante, basata su fidanzate e amanti e uscite pericolose messe in atto dagli altri giocatori... Non male. |
Purtroppo mi sono perso il nome dell'autore del gioco in foto, ma avendolo trovato interessante, il gioco non l'autore, ho pensato valesse la pena parlarvene. Usare i regoli è stata una genialata per questo titolo che basa tutto il principio sulla giusta collocazione di container su delle navi, per poi scaricarli in magazzini per fare punti... Tema visto e rivisto, alcune cose non andavano bene, ma l'idea di gioco, per quanto poco originale, non mi è spiaciuta e sapendo che ci aveva lavorato soltanto dieci giorni, a detta sua, tanto di cappello.
Katniss, Danilo Sabia |
Questo non l'ho provato, purtroppo, ma Danilo Sabia sono anni che ci lavora e direi che ora come ora sarebbe anche bello che pronto.
Una fitta interazione per questo gioco ambientato nel mondo di Hunger games, ma che proprio per la chiara scelta tematica rende difficile una sua pubblicazione per questioni di licenza di copyright. Il fatto poi che di recente sia stato fatto un kickstarter ufficiale sullo stesso film non aiuta. Un vero peccato perché il gioco, da quello che ho potuto vedere da fuori, è una bomba.
Una fitta interazione per questo gioco ambientato nel mondo di Hunger games, ma che proprio per la chiara scelta tematica rende difficile una sua pubblicazione per questioni di licenza di copyright. Il fatto poi che di recente sia stato fatto un kickstarter ufficiale sullo stesso film non aiuta. Un vero peccato perché il gioco, da quello che ho potuto vedere da fuori, è una bomba.
Gioco della stella? Danilo Sabia |
Sempre di Danilo Sabia questo gioco che ho avuto la fortuna di sedermi a provare. Un gestionale in cui i giocatori sono vincolati a dover scegliere le azioni, disposte casualmente su di una stella, ingegnandosi per poter attivare di volta in volta quella più utile ai propri fini con il limite di non poter ripassare sulla stessa tratta già percorsa. Mi piace molto la partenza asimmetrica delle plance, così come il sistema di selezione azioni. Sicuramente va calibrato con le risorse, un po' troppo generose e va rivisto il sistema di combattimento. Infatti questo è un esempio, a mio avviso, in cui la gestione della battaglia è una figata pazzesca, ma per il gioco a cui è associata non va bene. Allunga troppo i tempi, quindi ci vuole un qualcosa di più immediato, ma ripeto, questa meccanica è molto bella e sicuramente va usata, se non in questo in un altro gioco. Il gioco è in sviluppo da diversi anni, ma continua a mutare alla ricerca della quadra.
Sapphire Island, Francesco Testini e Carlo Camarotto |
Francesco Testini è un altro autore che ho avuto la fortuna di conoscere a IdeaG, caso vuole ci fossimo sentiti un paio di giorni prima per chiacchierare su di un altro gioco.
La giornata di sabato volge al termine, mezzanotte e qualcosa e non me la sento di fare robe complesse, così vedendo Francesco al tavolo con il sosia di Jack Black, Filippo Brigo, davanti a questo Sapphire Island, mi siedo. Il gioco è praticamente pronto per la pubblicazione, qualcosina da limare, ma è indubbio che lo vedremo in vendita. Dopo aver anche notato la lunga chiacchierata al tavolo del giorno dopo, con un noto editore, credo non ci siano dubbi. Tuttavia secondo me qualcosina non va, se sono riuscito a vincere io!
Scherzi a parte, il gioco è piacevole, quattro azioni sempre a disposizione che cambiano casualmente mediante l'esito di una ruota che gira ad ogni turno e che agiscono sulla pesca dal sacchetto di gemme preziose. Contratti da risolvere per sbloccare poteri one-shot per un gioco leggero e molto bello. Bravo!
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Gioco dal nome russo che non ricordo, Tommaso Battista |
Fra le cose più piacevoli di questa IdeaG c'è sicuramente quella di poter conoscere dal vivo persone con cui fino a quel momento hai solo scambiato qualche parola sui social. Amici di Facebook che incroci e magari non riconosci. Tommaso Battista per fortuna l'ho riconosciuto subito, lo abbiamo "sbloccato" durante la campagna Kickstarter su Barrage!
Il gioco che ha portato e che ho avuto il piacere di testare in compagnia di Stefania Niccolini e Marco Canetta, mi ha lasciato a bocca aperta, inizialmente perché non avevo ben capito, ma anche dopo quando l'ho capito e ho intuito il suo potenziale.
Mi ha conquistato e ho continuato a pensarci, riflettendo sulle mosse fatte da me e dai miei avversari, di come avrei potuto reagire o anticipare...
Mi ha conquistato e ho continuato a pensarci, riflettendo sulle mosse fatte da me e dai miei avversari, di come avrei potuto reagire o anticipare...
Un'ambientazione da educazione siberiana nella tundra russa, fra varie fasi dettate da un calendario in cui il terreno, gli esagoni, producono risorse e permettono azioni. Una meccanica di baratto e pagherò che implica una forte interazione. Bella anche la suddivisione dei periodi in cui la neve si scioglie ed entrano in gioco alleanze sotto forma di matrimoni. Un German con forte componente tematica e meccaniche inerenti. Io ammetto di aver iniziato a capire come giocare, come dicevo, solo al terzo round, ma poi mi si è aperto un mondo. Naturalmente ho già capito che sarà uno di quei bei cinghialoni che sicuramente vedrà la luce. Io sarò in prima fila alla cassa con il mio portafoglio in mano!
Ken Parker, Danilo Sabia |
Poi Danilo Sabia mi chiama per provare Ken Parker, un gioco che ho trovato davvero ben fatto e preciso. Bellissima meccanica di scelta degli eventi, con il posizionamento del nostro eroe. Bello anche il sistema di selezione azioni e il suo svolgimento. Qualcosa da sistemare, ma il gioco già gira bene e diverte. Se solo fosse un gioco di spie...
Secondo me questo titolo può essere una bomba, l'autore ha una marea di idee e ogni volta riesce a trarre il massimo da loro, ma ho paura che l'ambientazione sia un po' troppo di nicchia.
Chi vivrà vedrà!
Mi ero ripromesso di scrivere solo due cosette e invece mi sono perso via, ma credetemi, avrei ancora molto da dire!
Se parto a ringraziare qualcuno non finisco più, quindi ringrazio tutti, dagli organizzatori, gli autori e chi, come me, semplicemente era lì per giocare. Sì può già prenotare per l'anno prossimo?
marco canetta, non paolo
RispondiEliminaGrazie Remo!! Non so da dove mi sia uscito fuori sto Paolo 🤣
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