Pandemic: La caduta di Roma. La disfatta di Philippopolis per mano della vestale.

Venerdì giocoso settimana scorsa. Non capita spesso, avendo solitamente una sola uscita libera a settimana e avendola già sfruttata martedì, ma ogni tanto si fa uno strappo alla regola.
A dire il vero non è mai stato un problema uscire anche più di una volta, però mi spiace approfittarmene e ancora di più sconvolgere le sane abitudini di famiglia.
Il Venerdì solitamente è la serata comatosa di recupero dalla settimana lavorativa, guardiamo insieme qualcosa in TV mangiando schifezze, bevendo strani intrugli e premendo tasti a caso sul cellulare, per poi trascinarci a letto e perdere i sensi fino al giorno dopo.

Vengo attirato nella trappola con la promessa di giocare a un german di quelli che piacciono tanto a me, con i dadi e i meeple...
Naturalmente di quel gioco non se ne vedrà nemmeno l'ombra, peccato, in compenso Massimo propone un gioco che stranamente non è una delle sue solite ca...
Apre lo zaino magico, tipo Mary Poppins e mette sul tavolo questo:




Pandemic: La caduta di Roma, un gioco 8+ da 1 a 5 giocatori dalla durata di circa 60 minuti. Nuovo capitolo della saga di Matt Leacock, per l'occasione supportato saggiamente dall'estro di Paolo Mori, edito in Italiano da Asmodee.

Un collaborativo!


Apprezzo Pandemic e lo trovo un gioco eccezionale, davvero un buon titolo, ma nel nostro gruppo non tutti amano particolarmente i collaborativi e quindi non li intavoliamo spesso. Giocare un collaborativo con chi non apprezza questa tipologia di giochi non è bello, per il semplice fatto che se al tavolo qualcuno non si diverte diventa contagioso.
Ammetto quindi di non aver accolto la proposta con giubilo, temendo una serata fiacca, ma giustamente bisogna accontentare tutti e questa volta non tocca a me scegliere il gioco.



Massimo è un vero appassionato della serie Pandemic, ha comprato al volo l'ultimo uscito e l'ha preparato in breve tempo per poterlo giocare subito. In pratica ha aperto la scatola dal cellophane e ha imbustato le carte. Forse ha anche letto il retro scatola, ma non posso averne la certezza.

Il gioco è di base quello che già tutti conosciamo, ma l'ambientazione è sull'antica Roma e al posto delle malattie ci sono i barbari. No, non c'entra la giunta Raggi, qui si parla di quando Roma era la capitale del mondo conosciuto e non ancora in declino.
In pratica ci troviamo davanti ad un Pandemic con una forte componente tematica, avvincente quanto quella di Pandemic Legacy, ben supportata dalle meccaniche e con personaggi dalle abilità uniche, assegnati ad ogni giocatore. Una risoluzione pur sempre aleatoria degli scontri, ma gestita in maniera ottimale dai tre dadi, oltre che dall'utilizzo delle proprie milizie. Sarà necessario infatti avere con sé dei legioni, meeple a disposizione nella riserva, reclutandoli nelle fortezze piazzate nelle città, per poter attaccare i barbari.
Alla fine di ogni turno i barbari scenderanno ad invadere la città pescata dal mazzo dedicato, seguendo le strade riportate, con il conseguente rischio di saccheggio in caso si arrivi a dover piazzare un quarto cubetto. I saccheggi sono un po' come le epidemie del Pandemic classico, non si piazza il quarto cubetto, ma uno ogni città connessa, innescando reazioni a catena e influenzando anche il declino sull'apposito tracciato.



Ogni giocatore ha quattro azioni da compiere tra quelle a disposizione, al termine delle quali dovrà pescare due carte da un mazzo, dove saranno state inserite precedentemente le carte rivolta. All'uscita di una carta rivolta bisognerà piazzare tre cubetti sulla città designata, con conseguente rischio di saccheggio, si sposterà verso destra il marker di arruolamento legioni, diminuendone il numero. Lo stesso segnalino in realtà influirà anche sul mazzo imboscata, che aumenterà la quantità di carte da pescare e così anche il numero di città colpite alla fine di ogni turno.
Nel mazzo di pesca, oltre alle carte città con la quale fare le azioni standard, saranno presenti delle carte eventi che danno una bella varietà al gioco quando usate.

I giocatori vincono se riescono a eliminare tutti i cubetti dalle città oppure a stringere alleanza con tutte e cinque le fazioni barbare.
Perdono se viene saccheggiata Roma, se finiscono i cubetti dalla riserva di una fazione barbara, se il livello di declino scende a zero, se finiscono le carte dal mazzo di pesca.
Troppi saccheggi portano inevitabilmente alla sconfitta.

Cronaca della caduta di Philippopolis

Dopo il setup e la lettura del regolamento, per fortuna breve e chiaro, iniziamo a giocare.
L'inizio è timido, ma da subito parte la gestione tipica dei collaborativi, discutendo sulle mosse migliori. Abbiamo scelto una via di mezzo per quanto riguarda la difficoltà, sei carte "rivolta" nel mazzo.
Il nostro approccio al gioco non è forzato da una figura leader, ma è multi decisionale e la cosa aiuta non poco a far apprezzare il gioco a chi solitamente soffre di questa particolarità dei cooperativi.



Con qualche difficoltà leggiamo i nomi dei personaggi e le loro abilità. La mia, è una lei, si chiama Regina Foederata, naturalmente la mia pronuncia in latino sbagliata viene regolarmente corretta da Massimo, il quale è uno che ci tiene.
La regina Foederata ha un'abilità molto figa, permette di trasportare con sé non soltanto i legioni, ma eventualmente anche i barbari. Massimo tre unità, anche miste.
A livello di gioco è molto utile come cosa.
Oltretutto, essendo una regina barbara convertita, ha l'abilità di convertire i barbari senza dover utilizzare la carta, come invece normalmente avviene.
Il personaggio di Danilo, Praefectus Classis, ha l'abilità della navigazione a gratis. In pratica gli permette di non pagare con una carta dello stesso colore del porto d'attracco, a differenza degli altri personaggi. Per concludere Massimo pesca Vestalis. Un personaggio molto particolare che ci ha permesso di avere, durante il suo turno, la facoltà di pescare tre carte anziché due, sceglierne un paio da tenere in mano e mettere la terza in cima al mazzo, pronta per il giocatore successivo. Interessante anche l'altra sua abilità di poter scartare una carta città, dello stesso colore di quella in cui si trovi, per poterla cambiare con una carta evento pescata direttamente da un mazzo dedicato.
Due abilità davvero molto potenti, che sono però riequilibrate con la terza, dedicata al combattimento, davvero pessima.

Una faccia su ogni dado riporta il simbolo di un'aquila romana, anche se per far imbestialire Massimo, io e Danilo, abbiamo iniziato a chiamarlo pipistrello. Serve ad eseguire una terza abilità speciale di ogni personaggio, una sorta di super potere nei combattimenti, così come riportato in calce su di ogni carta personaggio.

Purtroppo l'abilità della vestale con il tiro del dado, come scritto qualche riga più su, si può definire più un malus che un bonus. Ad ogni aquila si perde un legione.



Il gioco scorre liscio, il dado è poco invasivo negli scontri, che comunque sono anche ben gestiti da parte nostra, evitando forzature. Non sfruttiamo da subito i viaggi via mare, ma ci concentriamo maggiormente a stringere alleanze via terra. La Regina Foederata riesce a raccogliere cubetti dalle zone critiche e a sparpagliarli nelle città limitrofe. Si evitano così i combattimenti, ma questo implica anche un allargamento dell'infezione barbarica. Agire con attenzione è imperativo, altrimenti le criticità potrebbero mettere fine al gioco in breve tempo. Sfruttando Vestalis riusciamo quasi a prevedere il futuro, gestendo al meglio le carte per stringere alleanze.
È così che Attila, a un passo da Roma, decide di fare dietrofront e di ritirarsi con i suoi.
La storia si ripete, solo che qui non c'è nessun papa, ma soltanto una vestale.

Le rivolte esplodono una dietro l'altra ad un ritmo incalzante, ma teniamo botta e dopo aver ormai familiarizzato abbastanza col gioco, spingiamo e osiamo di più, aumentando anche i viaggi di navigazione. Con un paio di combo, grazie alle nostre abilità e un paio di carte evento giunte al momento giusto, risolviamo dei problemi a Tyras e stringiamo l'ennesima alleanza a Corduba.

Durante la fase finale della partita, dopo probabilmente la quinta rivolta, cerchiamo di liberare Philippopolis dagli invasori, tre cubetti ad alto rischio saccheggio. Con un'azione combinata riusciamo ad arrivare a Patrae, sfruttando l'abilità del Praefectus Classis e ad insediare un forte.
Tralasciamo per un attimo altre faccende e ci concentriamo su questa cosa, tutto però cade nelle mani della vestale che, essendo giustamente una pippa nei combattimenti, rischia ad ogni tiro.
Massimo decide di forzare, di fare piazza pulita. Con il nostro benestare porta con sé tre legioni. Cosa può andare storto dopotutto?



L'immagine è eloquente, non sono bravo in statistica, ma credo che un tiro tanto sfigato fosse molto difficile da fare, ma Massimo non contento, giusto per sfizio, ritirando i dadi per mera curiosità, riesce nell'impresa di ripetersi con due aquile e una faccia rappresentante il legione, il cui esito è il medesimo.
Incredibile, ho trovato qualcuno che riesce a tirare i dadi peggio di me!

La verità? La verità è che non sappiamo come, perché e grazie a cosa, siamo riusciti a vincere la partita. Una cosa però la so con certezza, mi sono molto divertito e mi piacerebbe rigiocarci, magari la prossima volta in cinque giocatori e con sette carte rivolta!



Questo Pandemic è nettamente superiore agli altri, a mio avviso. Non era facile renderlo diverso dai precedenti, modificando piccole cose, ma mantenendo lo stesso motore di gioco. Gli autori hanno saputo toccare i punti giusti per aggiungere qualità, senza però stravolgere l'anima del gioco e rischiare di deludere i fan della serie.
Davvero un bel gioco, consiglio a tutti di provarlo!

Commenti

  1. Hai dichiarato inizialmente che il tuo gruppo non ama i collaborativi e che di rado, per questo, li giocate. Non so quindi perché e su quali basi ti lanci in un giudizio così definitivo su questo Pandemic asserendo che è nettamente superiori agli altri. Non credi sarebbe meglio evitare queste certezze magari mettendo tutto su un piano personale ed opinabile?

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    1. Ciao Mikidoc, inanzi tutto ti ringrazio per il commento, ho riletto quanto ho scritto nel terrore di aver detto fesserie! Semplicemente forse mi sono spiegato male, quando asserisco che con il mio gruppo non giochiamo spesso collaborativi, questo non significa che io non li giochi con altre persone. Questa sera vado a giocare ad Alone, senza nessuno del mio gruppo, giusto perché loro non lo hanno apprezzato e quindi evitangogli questa forzatura. Probabilmente scrivo male io e la cosa era fraintendibile. Il mio parere è strettamente soggettivo, come mi pare di aver specificato dicendo "a mio avviso", oltretutto non invito nessuno a correre a spendere soldi e comprare alla cieca, ma invito a provare il gioco e a darmi una propria opinione magari. Sarò onesto, su questo ti do ragione, non ho assolutamente provato tutti i Pandemic, per esempio mi manca questo Iberia che tutti dicono essere così bello e non ho giocato la season due del Legacy, non avendo portato a termine la prima. Ovviamente avrò scritto e scriverò sciocchezze, ma l'intento di questo blog è quello di parlare di giochi con leggerezza, senza fare recensioni, ma ovviamente dando una propria impronta personale, un po'come capita sulle pagine di Facebook. Ovviamente ti ringrazio per avermi scritto, sono convinto che una critica ben articolata come la tua sia molto utile 😉

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