OCCIDENTALI'S KARMAKA

di Nicola Mosca

In questi giorni un po’ atipici, in cui una parte d’Italia è invitata a stare al caldo della propria abitazione, probabilmente avrete molto tempo libero da dedicare alla vostra amata collezione. Parliamo per ipotesi: facciamo finta che abbiate voglia di provare qualcosa di nuovo e fingiamo (qui sicuramente sarà necessario) che nel tempo non abbiate già accumulato una pila di titoli ancora intonsi nella vostra “shelfie of shame”. Cosa fate? No, non vi sto proponendo l’acquisto della 400esima scatola da aggiungere alla vostra libreria. Vi sto proponendo un Print’n’Play (PnP per gli amici), o per lo meno la versione printable di un gioco che tempo fa era disponibile all’acquisto e che, spero presto, possa esserlo nuovamente: oggi vi parlerò di Karmaka.

Nel 2016 viene lanciata su Kickstarter una campagna per promuovere questo titolo: il progetto ha successo e raccoglie oltre 220K$. Ma di cosa stiamo parlando?

Karmaka è un gioco di carte per 2-4 giocatori, per una durata media di 30-45 minuti, progettato da Eddy Boxerman e Dave Burke (alla prima esperienza con un gioco da tavolo dopo aver lavorato nell’industria videoludica, vedi Osmos), illustrato da Marco Bucci (tra le altre cose uno degli illustratori di Monkey Island 2), incentrato sulla tematica della reincarnazione.

All’inizio del gioco saremo dei tenerissimi scarabei stercorari e dovremo di volta in volta operare durante la nostra vita per meritarci una rincarnazione in uno stato sempre più elevato, fino al raggiungimento della trascendenza.


Figura 1- Starway to transcendence


Come si traduce tutto ciò in meccaniche di gioco? In Karmaka una vita è composta di (almeno) 6 carte. Per il primo turno avrete due carte nel vostro personale mazzo e 4 in mano. Ogni turno andrete a pescare 1 carta dal mazzo e poi successivamente a giocarne una dalla mano.



Figura 2- Schema di un possibile turno estratto dal regolamento in italiano
Una carta può essere giocata in 3 modi completamente diversi tra loro:

A) Giocare una carta come opera: In questo caso le uniche informazioni sulla carta che contano sono il numero in alto a sinistra (il valore) e il colore (e.g. “gioco un 3 blu”). Ogni opera successiva verrà parzialmente sovrapposta alle precedenti in una pila, in modo tale da rendere fruibile per tutti sia l’ordine con il quale sono state giocate le opere e sia le informazioni di gioco (valore e colore appunto).

B) Giocare una carta per il suo effetto: in questo caso si effettua quanto scritto sul fondo della carta. In questo caso entra in gioco una meccanica molto importante: il karma. Una carta giocata in questa vita, potrebbe essere giocata dai vostri avversari nelle prossime. Come? Dopo aver giocato una carta con questa modalità i vostri avversari avranno la possibilità di conservare la carta giocata nel mazzo della prossima vita. Se giocate una carta che ha come bersaglio un vostro avversario (carte con azioni negative per quest’ultimo), sarà lui a poterla conservare. Se giocate una carta che ha come bersaglio voi stessi o tutti i giocatori, in senso orario verrà data la possibilità ad ogni giocatore di conservare quella carta finché qualcuno accetterà o termineranno i giocatori.

C) Conservare una carta per la vita futura: ci sarà un punto del gioco in cui sostanzialmente avremo fatto già tutto il necessario per passare a miglior vita (in tutti i sensi) oppure capiremo che a prescindere dai nostri sforzi, saremo costretti a reincarnarci sempre nello stato attuale. In questo caso possiamo iniziare a pensare al futuro, riponendo alcune carte nel mazzo della vita futura per prepararci al meglio.

Figura 3- Un esempio di pila di Opere

Nell’esempio in figura vediamo che il mio punteggio è di 5 (2+3 per il blu), quindi ipotizzando di esalar mortal sospiro in forma di serpente, avrò esattamente i 5 punti necessari a reincarnarmi in un tenerissimo lupo. La nuova vita inizierà quindi con in mano TUTTE le carte messe da parte nella vita precedente ed un eventuale mazzo di carte casuali prese da un mazzo centrale detto “la sorgente” (ma questa seconda parte solo nel caso che le carte selezionate per la vita successiva siano meno di 6). Questo si traduce in due cose:

1) Prepararsi alla vita futura ci permetterà di accedere ad un pool di carte non casuale, utilissimo soprattutto nei livelli più alti della scala karmica
2) Avere una vita futura vuota o con poche carte allungherà la nostra vita corrente: ci sarà un mazzo ampio e saranno necessari più turni per terminarlo (vi ricordo che non si passa a miglior vita finché non si terminano tutte le carte in mano e nel mazzo)

Il gioco quindi è una corsa: il primo che raggiunge l’ultimo step, vince. Trovo francamente geniale questo mix di meccaniche.


Il punto forte di Karmaka è soprattutto l’ambientazione

Ben coesa con queste (il concetto di azione che “torna indietro”, la vita futura, la reincarnazione) oltre ad una dinamica di interazione diretta molto forte e “cattiva”: mandare a monte i piani di un avversario è sempre possibile, ma vi farà perdere tempo e vi dovrete chiedere se ne varrà realmente la pena.

A questo punto faccio un passo indietro e torno alla premessa iniziale: vi ho parlato prima di PnP e poi di Kickstarter. Siete confusi? Avete ragione e vi svelerò l’arcano:


I designer di questo gioco hanno messo a disposizione di tutti una versione printable del gioco (trovate i riferimenti, come al solito, a fine articolo)

Vi avverto, le carte sono disponibili in una versione colorata “a metà”, che rende la bellezza del gioco incompleta, ma il gioco è del tutto fruibile. Se in questi giorni avrete voglia di provarlo e siete incuriositi da quanto vi ho narrato, non vi resta che procedere con stampante e forbici.

Come dite? Volete acquistare il gioco? Beh, la versione retail non è più disponibile da tempo (per sold-out) e soprattutto non è mai stato importato in Italia (e spero vivamente che qualche casa editrice legga questo articolo), ma dal sito ufficiale ci segnalano che quest’anno dovrebbe uscire una ristampa.

Provatelo intanto. Poi ne riparleremo.


Figura 4- Il box della versione retail

Riferimenti:

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