Come modificare il gioco... e vivere felici
di Nicola Mosca
Anche il più scaltro e scafato
dei giocatori prima o poi ci ricasca. Il tunnel dell’acquisto istintivo e della
scimmia ludica, che spinge il tuo io interiore ad aggiungere un’altra scatola
alla tua già ingombrante e pur sempre incompleta libreria, è sempre dietro
l’angolo. Ricordo lucidamente quel giorno. Siamo in attesa di andare ad un
concerto e dobbiamo spendere un po’ di tempo in centro. Entriamo in un negozio
e davanti a me vedo una sirena dal richiamo irresistibile: luccicante, con un
bollino rosso con su scritto “50%”, un bel gioco in offerta. A quel punto non
stai lì a porti troppe domande.
ecco come inizia la mia travagliata relazione con Valparaíso
titolo di Louis e Stefan Malz per 2-5 giocatori, rimasto per mesi
intrappolato in quel cellophane fino all'avvento della quarantena Sì, qualche
aspetto positivo questa reclusione pur doveva avercelo: provare a recuperare
tutti quei titoli che compongono la sezione “shelf of shame” della libreria.
Lo studiamo perbenino e partiamo.
Partita a due giocatori, sia chiaro (convivo
e la mia ragazza, in periodo di quarantena, può essere l’unico mio avversario).
Iniziano a comparire un po’ di dubbi e decidiamo di interrompere la partita e
rivedere meglio le regole. Qualche video dal web, rilettura del regolamento e
no, non ci è sfuggito nulla. Ci riproviamo, ma devo dire che il risultato è lo
stesso. Qualcosa non quadra. Dopo diversi test insomma rimango molto deluso e
inizio a rimuginarci su: l’ennesimo acquisto sbagliato? Forse si, o forse il
problema è il numero dei giocatori? L’impressione è che il gioco possa
funzionare decisamente meglio in un numero elevato di giocatori (magari
ottimizzato e testato per 5 giocatori soprattutto?), ma con la quarantena è
impossibile verificarlo. Inizio a discuterne qua e là con chi ha provato il
gioco.
Condivido i miei dubbi anche con chi si è occupato di scrivere
recensioni online di questo titolo. Vengo soprattutto colpito da un estratto
presente in un articolo pubblicato da uno di questi recensori dopo la nostra
conversazione.
si tratta di una domanda posta a Stefan Malz
“D: Rimanendo sul playtesting, riteniamo che un tabellone stampato su
due lati, da usare a seconda del numero di giocatori, ci fa pensare lo abbiate
testato con un diverso numero di giocatori. Alcuni nostri lettori ci portano
suggerimenti per la versione a 2 giocatori, anche se a noi sembra giri già bene
così. Secondo voi, quale è il numero di giocatori ottimale per Valparaíso?
R: Come tutti i giochi, anche Valparaíso è stato testato centinaia di
volte prima della pubblicazione, insieme ad altre prove condotte dall’editore e
dai suoi team di testers. La maggior parte delle partite di prova sono state
giocate da 3 a 5 giocatori, così che la versione a 2 giocatori potrebbe non
essere perfetta. Credo che il gioco dia il meglio con 5 partecipanti, così che
tutte le interazioni girino a pieno regime. Comunque è altrettanto buono in 3 e
4 giocatori.”
Queste parole mi spingono ancor
di più a lavorare su un’idea che mi stava già stuzzicando le meningi: perché
non provare a creare una variante ottimizzata per il 2 giocatori? E perché no,
aggiungere anche quello che forse mi sarei ad ogni modo aspettato da questo
gioco: un meccanismo di deckbuilding. Sì, di fatto quindi non proprio una
variante pura del gioco, ma una variante con personalizzazione del gioco.
Provo a dettagliare meglio una
delle parti del flusso di gioco che maggiormente non ho apprezzato: la
gestione delle Carte Azione. In Valparaíso sono 8 personali per ogni giocatore
e ogni turno posso scegliere un sottoinsieme di queste carte tra tutte quelle
in dotazione. All’inizio della partita la scelta dipende un po’ dalla strategia
che si vuole attuare, ma dobbiamo considerare vari elementi a tendere con
l’avanzare dei turni:
Alcune carte dopo alcuni utilizzi diventano
inutili: caso principe la carta che riporta l’azione Assumere un Mercante, che
nel gioco a due giocatori useremo una volta in tutta la partita (ma anche la
carta con l’azione Costruire una Casa che potrò utilizzare 4 volte al massimo).
Si, tutte le carte hanno un effetto secondario, ma è un effetto che il
giocatore non vuole mai fare (sicuramente meno performante), quindi
semplicemente queste carte verranno messe da parte e mai più utilizzate per il
resto della partita.
Alcune azioni sono più forti in alcuni
momenti di gioco piuttosto che in altri: entrambi i giocatori tenderanno a
svolgere le stesse identiche azioni nelle stesse fasi (quindi come se ci fosse
un unico cammino da seguire, con il gioco che guida le scelte del giocatore).
Andando avanti con i turni si tenderà a giocare sempre le stesse carte: con l’aumentare
anche del numero delle azioni possibili (si arriva a poterne svolgere 6 a turno) alcune azioni diventano obsolete e
quelle che restano vengono giocate quasi obbligatoriamente. Si tenderà insomma a svolgere turni tutti identici (o quasi) tra loro.
Il deckbuilding incide su tutti
questi punti. Pescando carte casuali ogni turno, non è detto che tu possa fare
le azioni nel momento ottimale innanzitutto. E se peschi una carta che ha già finito
la sua utilità comunque c’è la sua azione secondaria, che però in questo caso è
accettabile visto che fa parte del fattore alea dato dalla pesca. Ah,
premettendo che in ogni deckbuilding c’è sempre un modo per togliere le carte
iniziali durante la partita. Quindi ho aggiunto anche questa possibilità.
ho steso il regolamento ed è nato Nicparaíso
tenendo quindi conto di tutto questo e altre considerazioni, sostituendo inoltre
alcune Carte Traguardo (che senso ha comprare una Carta Traguardo che mi
permette di creare un mercante ad un costo agevolato se è un’azione che farò
solo una volta nella partita?).
Ho svolto una decina di partite
che sicuramente non possono essere un valido test, però credo possano
essere una buona base di partenza. Sono già molto soddisfatto, ma spero ad ogni
modo di raccogliere in futuro più feedback possibili e raffinare questo
progetto.
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