Lotus, lotta all'ultimo pet...alo

Può un gioco con dei fiori come tematica principale essere accattivante e invogliare all'acquisto? Probabilmente no, però...


Lotus, gioco di Jordan Goddard e Mandy Goddard per 2-4 giocatori per partite di circa 30 minuti, edizione Renegade Game Studios. Età consigliata dagli 8 anni per un gioco molto semplice che unisce meccaniche di gestione carte a quelle di maggioranze, veloce da spiegare e carino nell'idea.


Il gioco in breve


Lo scopo del gioco è creare dei fiori sul tavolo, seguendo le pieghe dei petali come linee guida. Ogni qual volta si completerà un fiore, si otterranno le carte che a fine partita varranno un punto ciascuna. Al momento del completamento di un fiore, sommando i simboli sulle carte utilizzate ed eventuali token insetto, chi avrà la maggioranza guadagnerà il diritto di prendere una delle tre tipologie di tessere con poteri speciali, oppure token dal valore di 5 punti ciascuno.

Ogni giocatore sceglierà il proprio mazzo e i due token insetti dello stesso colore. Sul tavolo ci sarà una pila comune di carte da cui ne verranno rivelate immediatamente quattro. Vicino ai giocatori tre set di tessere bonus acquisibili durante il gioco, più una scorta di token da 5 punti ognuno.

Scelto il primo giocatore e seguendo il senso orario, ognuno pesca le prime quattro carte dal proprio mazzo. Ogni carta di gioco ha raffigurato un fiore con un valore da 3 a 7 petali nell'angolo in alto a sinistra, più la presenza di uno o due riquadri con il simbolo insetto del giocatore. Con le carte in mano si potrà decidere di eseguire due azioni, anche due volte la stessa, fra le seguenti:

  1. Giocare fino a due carte
  2. Decidere di scambiare fino a due carte
  3. Aggiungere o muovere un proprio token insetto


La prima azione permette di rivelare sul tavolo fino a due carte ed eventualmente combinarle fra loro, oppure aggiungere proprie carte ad un set di carte piazzate da un avversario.


La seconda azione permette di scegliere dalla propria mano due carte da scartare e metterle in fondo al mazzo, pescando le prime due in alto.

La terza azione permette di posare un proprio token insetto su di un petalo di un fiore, cosi da incrementare di un punto la nostra presenza, per un eventuale maggioranza. Nel caso volessimo spostarlo in un secondo momento, su di un altro fiore, ci costerebbe un'azione.

Una volta esaurite le due azioni si procede a fare il refill della propria mano, pescando le carte necessarie ad arrivare a quattro. È possibile raccogliere le carte scoperte dal mazzo comune, queste carte non avranno alcun peso nel calcolo delle maggioranze, ma permetteranno di poter chiudere più agevolmente i set di fiori. Dopo il refill della mano, il turno passa al giocatore successivo.

Poteri speciali


Quando si ottiene la maggioranza su di un fiore, al momento del suo completamento, si ha diritto a scegliere uno fra token punti e tessere bonus.

I bonus dei poteri speciali sono di tre tipi e si possono prendere nell'ordine che si preferisce, uno permette di tenere cinque carte in mano, anziché quattro. Altro potere permette di giocare tre o più carte, anziché le due consentite per azione. L'ultimo potere permette di ottenere un token ulteriore, con le sembianze del proprio insetto, ma di colore neutro. Questo token avrà valore due invece di uno, quindi maggior peso nella risoluzione delle maggioranze.


La fine del gioco


Il gioco finisce quando uno dei giocatori ha esaurito le carte del proprio mazzo, vedendosi quindi negata la possibilità di rifilare la propria mano. Da quel momento si procede ad eseguire l'ultimo turno di gioco, finito il quale si procede al conteggio.
Un punto per ogni carta presente nel proprio "bottino" più cinque punti per ogni token punti conquistato.

In conclusione il gioco è sicuramente ben fatto e l' idea di comporre i fiori, in base al numero dei loro petali, è sicuramente il suo pezzo forte perché a livello scenografico colpisce molto. Purtroppo quello che attira alcuni, può essere un deterrente per altri, non che io disprezzi i fiori, anzi, ma da qui a voler giocare un gioco incentrato su di essi...
Per fortuna questa non è una recensione, quindi non corro il rischio d'inquinare alcun voto, anche perché se togliamo quello che soggettivamente può o non può piacere, il gioco è carino e gira molto bene.
L'unica nota stonata, a mio avviso, è che chi comincia per primo giocatore può anche trovarsi ad essere l'ultimo a fine partita, giocando di fatto un turno più degli altri...
Ma sono solo mie fisime, si tratta di un family game e come tale posso assicurare che funziona bene.

La cronaca dei peti... Ehmm petali


Non è facile riuscire a mantenere un contegno quando si ha a che fare con certa gente al tavolo, soprattutto quando si gioca ad un gioco nuovo e lo spiegatore è Max, ma procediamo per gradi.
La serata era partita bene, ritrovo alla nostra solita location, l'InFerno, dimora di Danilo che tronfio del suo ultimo acquisto, una piccola stampante 3d, ci intrattiene fino all'arrivo del Prof. Che magico quartetto!

Il regalo di Danilo per Massimo, col senno di poi avrebbe dovuto metterci sul chi va là...

Dopo una bellissima partita a Coimbra, gioco fra i miei preferiti di quest'ultima tornata, vista l'ora tarda, ma non proibitiva, decidiamo di fare un fillerino. Bocciate un paio di proposte, Max tira fuori questo Lotus.

Io sarò onesto, il gioco è piuttosto semplice e se siete arrivati fino a qui a leggere, probabilmente converrete con me, eppure...

Max inizia a spiegare il gioco, introducendolo come Carlo Lucarelli introdurrebbe una puntata di Blu Notte. Molto patos nell'aria, ma sono evidenti le stanchezza del narratore, costretto a destreggiarsi con il manuale in inglese e complice una pronuncia alla Aldo Biscardi, senza parlare della nostra capacità di ascolto. Il problema è che siamo quattro str@##i e ogni volta sentivamo parlare di petali, i nostri cervello rielaboravano la parola peti.
Credo di non aver mai riso cosi tanto durante un gioco da tavolo, nemmeno giocando a Vudù! Battute a profusione, molte delle quali improponibili, hanno portato la spiega a durare più della partita.
Tutto questo senza aver bevuto nemmeno un goccio di birra.

Un attacco di ridarola incontrollabile che ci ha portato alle lacrime, tirandoci fuori certe perle che rimarranno negli annali, come quando qualcuno ha alzato la mano rivolto al Prof con un: "Prof posso andare in bagno?" e conseguente pernacchia, accompagnata dal movimento della mano a pugno chiuso alla Alvaro Vitali.

Non credo che potrò mai più giocare a Lotus con qualcuno di loro, ma forse è meglio così. Certi giochi possono essere perfetti, adottare meccaniche a noi congeniali, non aver alcun problema, ma ugualmente non fare breccia nei nostri cuori e come direbbe il buon vecchio Donald, restarci in cu..

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