Le Cronache di GiocAosta, tanti giochi, preview e tranci di pizza

Eccomi tornato dalla mia prima volta a GiocAosta, un evento che causa ferie non ero mai riuscito a visitare, ma che mi è entrato immediatamente nel cuore.
Primo perché la città di Aosta è splendida, a misura d'uomo, gente eterogenea e aperta che accoglie una manifestazione di questo tipo con calore e piacere. Immagino una cosa del genere nella mia città, ma scommetto che otterrebbe diversi risultati...
Secondo perché mai mi era capitato di riuscire a giocare così tanto ad una fiera, fra i tanti giochi e le tante attività, c'era solo l'imbarazzo della scelta!

Ho deciso di partecipare all'ultimo, tipo il giorno prima, quindi senza prepararmi alcun piano d'attacco, nessuna spilletta, un'occhiata alla strada e zaino in spalla, parto alla volta della Val d'Aosta. Trovata una camera a 400 metri dalla piazza Chanoux, indosso una delle mie magliette d'ordinanza e m'incammino verso la fiera.


Una struttura al centro della piazza, con all'interno tavoli stracolmi di gente a giocare. Al centro del padiglione diversi minions, o se preferite volontari, che distribuiscono giochi, danno un aiuto con i regolamenti e offrono compagnia al tavolo.
Tutto intorno alla piazza altri tavoli a ridosso di bar e ristoranti, attività per i più piccoli e giochi più classici per i casual gamers più timidi.

Venerdì


Sono partito solo, ma in fiera ho trovato tanta gente che già conoscevo, quindi non è stato difficile trovare qualcuno con cui giocare. Ho avuto più difficoltà a trovare un parcheggio non a pagamento, ci ho rinunciato quando ho incrociato Matteo Sassi uscire dal convitto, davanti cui mi ero momentaneamente fermato a chiedere informazioni. I casi del destino.

Matteo abita a 5 km da casa mia, ma sostanzialmente non ci vediamo mai, se non in questi eventi, lui è uno dei volontari e come arriviamo si cucca da subito una marea di bambini in età prescolare, facendoli giocare ad ogni titolo possibile. Lui ha esperienza in quel settore, decisamente i bambini sono in buone mani.
Per mia fortuna trovo il Prof, mio compagno di giochi saltuario, con cui decidiamo di provare il primo gioco.

Meeple Circus



Meeple Circus gioco per 2-5 giocatori dagli 8 anni e dalla durata contenuta, sotto l'ora direi, di Cédric Miller per la Matagot, in italiano grazie ad un'intuizione di Ergo Ludo Editions e distribuito dalla Ghenos.

Il gioco in breve


Si gioca su tre round, ognuno facente parte del grande spettacolo circense, che sarà accompagnato da un sottofondo musicale che detterà i tempi di gioco. In nostro aiuto arriva la companion app da scaricare che integrerà varie melodie, alcune delle quali corrispondenti a determinate fasi del gioco.
Nel primo round, scegliendo a turno fra due set di tessere, raccoglieremo la nostra dotazione di meeple e oggetti di scena con cui, insieme ai nostri avversari e nel tempo prestabilito dall'app, dovremo ricreare le figure rappresentate su quattro carte scelte a caso dal mazzo. Alcune figure ci saranno precluse in quanto, le tessere scelte, difficilmente includeranno tutti gli oggetti necessari per eseguirle, ma potremo ripetere la stessa figura più volte, rispettando i vincoli imposti nel regolamento.
Fatta la nostra scelta ed eseguite le figure, si calcoleranno i punti, tenendo conto anche che il primo che dichiarerà di aver finito, pescherà un gettone +2 punti ed il secondo un gettone +1.  Ulteriori punti verranno assegnati utilizzando i meeple di certi colori in determinati modi, come il meeple rosso che, in base all'altezza cui verrà collocato, farà guadagnare più punti. In dotazione nella scatola c'è un bel righello di cartoncino, appositamente ideato per calcolare i punti derivanti dall'altezza.
Il secondo round aggiunge tessere diverse dove poter usare le superstar, meeeple particolari che avranno dei vincoli diversi per essere usati e che renderanno la sfida più divertente, ma anche più difficoltosa.
Il terzo e ultimo round sarà il vero e proprio gran finale.


Oltre a riscuotere il doppio dei punti per l'utilizzo delle superstar, dovremo esibirci in prove più ardue. Ogni esibizione sarà eseguita una alla volta e, in base alle tessere scelte, dovremo fare la nostra esibizione senza pollici, con una mano, facendo inchini e ringraziando il pubblico e altre cose del genere. Ovviamente la sfida premierà chi avrà mano ferma e chi saprà quando osare e quando fermarsi.


Considerazioni


Il gioco è a mio avviso un ottimo family, divertente e alla portata di tutti. Ottimo per attirare nuovi giocatori come ho visto fare a pochi giochi. Appena abbiamo iniziato a giocare siamo stati attorniati da diversi passanti incuriositi! La difficoltà è effettivamente alta per minori di otto anni, ma come per tutti i giochi, va da bambino a bambino. Mio figlio di sette si innervosirebbe, ma ne conosco altri che anche a sei anni saprebbero giocarlo divertendosi.
Il mio parere, al netto di due sole partite, quindi prendetelo con le pinze, è molto positivo. Il gioco preannuncia divertimento e sfida di abilità manuale, non certo scelte strategiche e sgambetti al proprio avversario, sapete quindi come approcciare e cosa aspettarvi da questo titolo.
La cosa più bella è l'immedesimazione al tavolo di chi, nel gran finale durante l'esibizione di un avversario, trattiene il respiro e segue le ultime mosse, dispiacendosi per un errore o gioendo per la riuscita del numero.
Piaciuto e consigliato!



Sempre col prof vado alla ricerca di un altro titolo e cosa di meglio di un gioco di uno dei miei autori preferiti? Un gioco di Stefan Feld, proviamo L'oracolo di Delphi, gioco che ho in libreria, ma che non avevo ancora avuto occasione di provare. Ci avvaliamo della consulenza di Alberto, mezzo giullare, che destreggiandosi fra ciucci e pannolini, gioca con noi a questo titolo che onestamente pensavo peggio.
Io faccio parte della categoria dei San Tommaso, quelli che fino a che non provano non si sbilanciano sui giochi e che, soprattutto, più gli dici che un gioco non è bello, più lo invogli.
Il gioco non mi è dispiaciuto, certo è un po' sottotono in confronto ad altri titoli dell'autore e lontano anni luce da capolavori come i castelli della Borgogna, ma non mi è dispiaciuto. Devo riprovarlo per poter dire per bene la mia, per ora direi che la sufficienza ci può stare.

Lasciati il prof e i giullari alle prese ognuno con i propri bambini, decido di andare a rompere le balle al caro Roberto Tuxx Toia, già importunato fin dal mattino, accozzandomi a lui per giocare con Matteo Guru Sassi e Sara Miss Meeple Trecate.

Arriva in serata, dopo una cena in un noto ristorante stellato della zona, a base di kebabp, patatine, hamburger e pollo al curry, il gioco che più mi ha colpito in tutta la manifestazione.


Flamme Rouge



Flamme Rouge gioco per 2-4 giocatori, ma che con l'espansione può arrivare fino a sei (se non addirittura 12, ma vabbè...) con un'età consigliata dagli 8 anni e per una durata di un'oretta scarsa. L'autore dal nome impronunciabile, almeno per me, Hasger Harding Granerud, in Italia grazie a Playagame Edizioni.

Velocemente come si gioca


Ogni giocatore, scelto il proprio colore, prende le miniature e le carte dedicate per lo sprinter e il gregario. Decisa la pista, aiutandosi anche con le proposte nel gioco, si andrà a comporre il circuito dove correre. La presenza di salite e discese determinerà una variazione nel gioco, ma andiamo per gradi.
Il primo giocatore sceglie dove posizionare i propri corridori, poi il secondo e così via.
Ora ogni giocatore pesca per entrambi i propri mazzi di carte, quattro carte di cui ne sceglierà una soltanto, le altre tre per tipo andranno nello spazio degli scarti.
A turno, partendo dal più avanzato e più a destra, i giocatori riveleranno la carta scelta su cui è rappresentato un numero, quel numero indicherà di quanti spazi muovere il proprio corridore.

Una regola impone di occupare lo spazio più a destra, se libero. Il movimento dev'essere sempre in avanti, su una corsia o l'altra senza alcuna differenza, ma ogni spazio può essere occupato da un solo corridore.
Una volta utilizzata una carta per uno spostamento, questa viene eliminata dal gioco.
I mazzi sono diversi, quello dello sprinteur ha carte dai valori altissimi e altre invece bassine, non ci sono vie di mezzo, a differenza di quello del rouleur, il gregario, più uniforme, ma meno prestante con valori tutti simili nella media.


Finito il turno bisogna verificare l'eventuale nuovo ordine di gioco e assegnare una carta fatica a chi è il più avanzato.
Le carte fatica sono carte col valore 2 che andranno aggiunte al mazzo di scarto del corridore in questione.
Oltre al primo giocatore, le carte fatica vanno date anche ai corridori troppo staccati dal gruppo, quelli staccati di almeno due spazi.
I corridori staccati di un solo spazio, al termine del turno, usufruiscono dell'effetto scia e pertanto loro, come tutti quelli a rimorchio, si portano sotto al gruppo di testa, avvicinandosi di uno spazio.



L'effetto scia non ci sarà quando il corridore che dovrebbe trainare, si troverà su di una salita. Le salite infatti, oltre che non permettere le scie, avranno una limitazione sulle resa delle carte giocate, così come invece le discese saranno sempre una resa di almeno cinque spazi.
Strategicamente bisogna usare le discese per disfarsi delle carte fatica che, a furia di rimescolare, avranno ingolfato i nostri mazzi, ma non sempre sarà così semplice.

Considerazioni


Il gioco è semplice, poche regole che si spiegano in un paio di minuti, ma la resa è davvero impressionante. Ci si ritrova a giocare con passione, cercando di sfruttare ogni indecisione di chi ci sta davanti, un pizzico di fortuna può aiutare, ma non è determinante. Serve giocare con intelligenza, cercando di ricordare quante carte fatica si sono raccolte e che carte ci sono rimaste in mano.

Lo sprinteur ha avuto delle difficoltà, trovandosi in debito di ossigeno nella parte finale del tracciato, così la squadra ha dato ordine al rouleur di spingere, attaccare e andare a vincere meritatamente la gara

Non sono esperto di ciclismo, tanto meno appassionato di giochi di corse, ma questo gioco è stata una piacevolissima scoperta.
Decisamente consigliato!



Nell'arco della giornata ho giocato anche a Photosintesys, Sagrada e diverse partite a Santorini. Ho incontrato e scambiato due chiacchiere con vecchi e nuovi amici e girato un po' per la città. A mezzanotte veniamo cacciati fuori, ma direi che come primo giorno non mi possa proprio lamentare!

Sabato


La mattina ha l'oro in bocca, quindi alle sei sono già sveglio. Il problema di noi gente vecchia, anche se solo quarantenni, è che anche quando possiamo dormire un po' di più, ci alziamo come d'abitudine, alla stessa ora cui normalmente suona la sveglia in periodo lavorativo.
Ok lo so, sono fatto male!

Doccia, altra maglietta d'ordinanza e via a visitare la città, passeggiare tra le vie, sedersi a bere un caffè gustandosi l'aria fresca, perder tempo sui social con il telefonino e inserire monete al parchimetro come se non ci fosse un domani.
Considerando che avrò mangiato in due giorni con circa quindici euro, direi che ho speso di più per il parcheggio.
In piazza Chanoux c'è una pizzeria al trancio non male che, al costo di un euro, sfamava la maggior parte dei presenti.
Un euro!

La mattina alle dieci vado a Idea G, mi siedo da Matteo che, in veste di autore, mi spiega un suo prototipo ispirato al Palio di Legnano. Altre due persone si siedono e lo testiamo con soddisfazione, partecipando con consigli e idee. C'è ancora da lavorarci su alcuni aspetti, ma mi piace e mi alzo dal tavolo con dei feedback positivi.
Tornato in piazza incontro altri amici, addirittura lettori del blog che ho molto piacere di conoscere o rivedere.
Si parlò anche di te, stalker che ho conosciuto al picnic Ludico! Scherzo ovviamente. In queste occasioni si ha la possibilità di ricevere quei feedback che, normalmente purtroppo, non si ricevono mai. Scopri in queste occasioni di avere gente interessata alle ca**ate che scrivi, che apprezza quello che fai, cose che normalmente un piccolo blog non ottiene mai e che alla lunga destabilizzano e tolgono la voglia di scrivere. Non è il mio caso, per fortuna.

Incontro Simone e sua moglie, che mi danno la possibilità di provare in anteprima un nuovo gioco. Con Simone ho parecchio in comune in termini di gusti ludici, quindi quando mi propone di provare questo gioco non ci penso due volte.


Walls of York



Walls of York gioco da 2-4 giocatori dalla durata di circa mezz'ora e da un'età dai 10 anni in su, a mio avviso fattibile anche dagli 8 tranquillamente. L'autore è Emiliano Venturini e la Cranio Creations ha deciso di proporre il gioco già dal prossimo mese, a settembre.

Il gioco in breve


Scelta casualmente la disposizione iniziale della plancia di gioco, composta da quattro grosse tessere quadrate, tutti i giocatori la replicano in modo uguale. Ad inizio turno tre dadi verranno lasciati cadere nella torre apposita e determineranno le condizioni di gioco. Nella prima area il risultato del dado corrisponderà al numero di chiese minimo che la nostra città dovrà contenere, il secondo dado il numero di pozzi e il terzo le capanne.
I dadi non sono normali D6, ma sono  customizzati e i valori sono anche ripetuti o addirittura non presenti.



A turno ogni giocatore dovrà tirare un dado rosso ove saranno rappresentati dei puntini e delle stanghette, il nostro compito sarà quello di costruire le mura della nostra città, utilizzando le stanghette del dado come vincolo ingegneristico, utilizzando dei veri e propri simili mattoncini di plastica.
Lo scopo è di chiudere le mura della nostra città prima degli altri, ma cercando di includere al proprio interno le richieste della torre, ma anche meno vichinghi possibile.



Il primo che finirà la propria città, guadagnerà dai successivi lanci del dado rosso, fino a che tutti gli avversari non avranno completato le loro mura, tante monete quanti sono i pallini rappresentati. Alla fine della prima manche si distribuiranno le monete in base a quante racchiuse nella propria città e i segnalini vichinghi sempre in base al loro numero. Se verrà superato un numero di vichinghi, questi attaccheranno la tua città razziandola, portandosi via fino a cinque monete oro e ritirandosi.
Il gioco si ripete nella seconda manche, distribuendo anche una tessera favore della corona per chi ha meno vichinghi, assegnando un bonus in monete.

Considerazioni


Il gioco è chiaramente leggero e pensato per essere accessibile a chiunque, ma nasconde una componente strategica decisionale che è davvero molto piacevole. La forza, seppur io abbia testato un prototipo, è chiaramente nei materiali, con una torre lancia dadi fighissima e i piccoli tratti di mura, da aggiungere di volta in volta, che regalano un impatto scenografico di tutto rispetto.



La Cranio ci ha abituato a giochi belli esteticamente, sanno che l'occhio vuole la sua parte, ma il vero colpo di genio lo ha avuto portandosi a casa l'estro di Simone Luciani, supervisore ai progetti come sicuramente anche di questo gioco.
Il gioco è ben fatto e cade nella categoria del "una partita tira l'altra", ma per poterlo apprezzare dovremo aspettare questo autunno.
A me è piaciuto e sono ansioso di riprovarlo in versione definitiva.



La fortuna di presenziare a diverse fiere e di bazzicare un po' nell'ambiente ludico, non che il mio piccolo blog normalmente me lo permetta, è che si fanno amicizie e si stringono mani.
Capita così che si abbia l'occasione di scambiare due parole con Luca Borsa, mio concittadino che però incontro sempre e solo in eventi ludici, che con i giochi della Chicco sta creando qualcosa di incredibile.
Vedo e passo a salutare Spartaco Albertarelli, instancabile anche lui, sempre in giro a divulgare la sua nuova teoria sul tutto ottogonale, grazie a Vektorace di cui aspetto anch'io trepidante l'uscita. Walter Obert che è sempre un piacere salutare e di cui ammetto non aver ancora provato The Way Of Panda, ma che pareri unanimi dicono essere un gioiello, quindi ansioso più che mai di riuscire a metterci le mani sopra.
Se poi si ha molta fortuna, si possono incontrare anche editori in incognito, così appena intravisto Mario Sacchi della Post Scriptum, mi attacco a lui in maniera indecorosa, facendogli così tanta pena da farmi vedere cosa porta con sé nello zainetto.


Radetzky - Milano 1848


Non avendo sottomano l'immagine della scatola, che detto fra noi ho visto ed è fighissima, dovrete accontentarvi della foto rubata direttamente alla Post Scriptum di me in versione zombi e Andrea Dado mentre proviamo il gioco.

Radetzky - Milano 1848 è un collaborativo da 2-5 giocatori con uscita prevista ad Essen, dalla durata contenuta e di media complessità, ma che molto probabilmente vedrà la luce anche con variante più light, così da poter allargare il proprio target ed essere fruibile da più tipologie di giocatori.
Gli autori sono Alberto Barbieri, Marco Garavaglia e P.S. Martensen per Post Scriptum e Demoelâ.

Il gioco in breve


Il gioco si svolge durante il periodo storico delle cinque giornate di Milano, il nostro compito sarà quello di fermare l'avanzata degli austriaci, impedendo a Radetzky e compagnia bella di stabilire il controllo in almeno cinque aree di Milano.


Come realmente accaduto, a Milano vennero alzate vere e proprie barricate che impedivano il passaggio da determinati accessi, queste zone quindi nel gioco ci saranno precluse inizialmente, se non aggirandole.

Si pescano casualmente delle carte da un mazzo con numeri da uno a quindici e si dispongono di conseguenza sia Radetzky, in questo prototipo rappresentato da un puzzillo rosso, che dei cubetti in diversi quartieri. Questi cubetti rappresentano le forze austriache che dovremo fermare.
Dopo aver deciso da che punto di Milano partire, piazzeremo il nostro meeple, poi ad ogni turno avremo tre azioni a testa.
Ad inizio turno pescheremo tutti quattro carte, su ogni carta avremo dei simboli negli angoli superiori rappresentati da sciabole incrociate, palle di cannone e mappe. Così su due piedi questi simboli potrebbero dirvi poco, ma fra poco ci tornerò e capirete. Sempre sulla carta, in basso sotto le bellissime illustrazioni, altri simboli che sono riportati anche in un'altra plancia da apporre sotto la mappa di gioco. Mongolfiere, barricate, fucili, dame e i Martinitt, gli orfanelli realmente protagonisti durante quei fatidici momenti, cui venne dato il compito di fare da corrieri, consegnando messaggi fra i vari avamposti.
Potremo al costo di un'azione decidere di muoverci, di un passo e non oltre le barricate, lungo la mappa, per raggiungere i nostri obiettivi.

Potremo decidere di combattere contro gli austriaci, se presenti nello stesso nostro luogo, sempre al costo di un'azione. Se ingaggeremo un combattimento, potremo decidere quando fermarci, ma avremo comunque il limite delle carte che avremo in mano, ogni carta uno scontro.

Entriamo più nello specifico




La meccanica di combattimento è un chiaro richiamo al classico gioco carta, forbice, sasso, ma con sciabole, palle di cannone e mappe di cui parlavo poco fa. Dal mazzo degli austriaci si pesca una carta e si cerca di batterla con una delle proprie o perlomeno pareggiarla. Per ogni combattimento vinto si sposterà momentaneamente un cubetto in un angolo della mappa, se si decide di fermarsi quei cubetti verranno definitivamente tolti, così come se si vincessero tutti gli scontri, se invece malauguratamente si dovesse perdere, tutti i cubetti tornerebbero al loro posto.

Ad ogni vittoria, un segnalino avanzerà nella plancia dei miglioramenti, se raggiungeremo il punto massimo, renderemo la zona in cui sarà presente Radetzky passibile di conquista da parte nostra.

Una carta del nemico con una delle bellissime raffigurazioni.


La particolarità del combattimento è che potremo decidere d'ingaggiarlo con l'aiuto di altri giocatori, sempre che siano presenti nello stesso nostro luogo, avvalendoci dunque di più carte e quindi maggiori possibilità.
Altra particolarità, se dovessimo lottare contro Radetzky in persona, lo dovremmo affrontare in maniera leggermente diversa. Lui pescherebbe tre carte e noi dovremmo vincere contro ognuna delle sue carte, impresa non semplice, anzi.

Oltre a spostarci e combattere, potremo utilizzare i simboli in basso delle nostre carte, scartando la carta come azione e di fatto attivando un'abilità.
Si va dallo scavalcare le barricate, al poter spostare un cubetto in un'area vicina, dal poter costringere durante il combattimento gli austriaci a rivelare due carte anziché una, in modo di aver maggior possibilità di vincere, al poter pescare due carte extra da aggiungere alla propria mano.

Come azione ulteriore potremo pimpare queste nostre abilità, scartando una o più carte e ponendole sotto la plancia, in uno dei cinque slot. Dovremo scegliere una carta e metterne sotto un totale di tre, tutte con lo stesso simbolo, così che quell'azione venga upgradata e di conseguenza diventere più potente per il resto della partita. Ad esempio la mongolfiera, invece di farti scavalcare una barricata, permetterà di farne scavalcare due di fila.

Una volta che il cubetto marrone avrà raggiunto il punto più a destra, la carta corrispondente al luogo dove si trova Radetzky, verrà spostata da sinistra a destra della plancia. Questo significherà che si potrà accedere in quel quartiere

Ultima azione disponibile è quella di refilare subito le proprie carte, cosa che già avviene di norma al termine del turno, ma che può avere senso in quelle situazioni in cui si ha in previsione di essere di supporto agli altri, trovandosi in una zona pericolosa.

Al termine del turno Radetzky si sposterà pescando una nuova carta, rendendo di fatto non conquistabile anche quel quartiere, dopodiché verranno aggiunti undici cubetti, uno in ogni quartiere dove presente almeno un'armata, poi anche dove Radetzky si sarà appena stabilito ed infine nei quartieri adiacenti, non divisi dalle barricate.
In breve la situazione può diventare pericolosa, anche perché i cubetti avanzati verranno posti nel Castello Sforzesco e non sarà una buona cosa.

Quando i cubetti avversari su di un quartiere, durante la fase di consolidamento austriaco, avranno raggiunto le quattro unità, quel quartiere sarà conquistato dal nemico e vi si apporrà un segnalino con la bandiera dell'Austria. Se il nemico avrà conquistato cinque territori perderemo la partita. Se il Castello Sforzesco raggiungerà un tot di armate, quelle si riverseranno nelle strade di Milano e sanciranno sicuramente la nostra dipartita.

Conclusioni


Adesso spero di non aver fatto errori, ma in linea di massima il gioco è questo e si presenta, ai miei occhi, come un gioco dal meccanismo semplice, ma con una discreta dose di difficoltà. Conoscendo chi è alle spalle del progetto, posso mettere la mano sul fuoco sul bilanciamento del gioco, la scelta di utilizzare una meccanica di combattimento così semplice può essere quella giusta, ma non ho idea di quanto possa attrarre giocatori cosi detti pro.
Io ho fatto pochi turni e ho saggiato la qualità del prodotto, trovandolo un bellissimo collaborativo, facile da giocare, complesso da vincere, poi chiaro che il fattore alea è presente nella pesca delle carte, ma la possibilità di utilizzare le azioni abilità, scongiura di fatto ogni sensazione di frustrazione, dando diverse soluzioni per ovviare ad una cattiva mano.
Una menzione d'onore va sicuramente all'illustratore, capace col suo tratto a dare la giusta enfasi al gioco, con immagini di fattura davvero pregevole.
Io ci giocherei volentieri anche adesso!

Sempre perché sono un gran rompiscatole, ho approfittato per chiedere info sull'espansione di Wendake, gioco che io reputo fra i più belli degli ultimi due anni e ho avuto la fortuna di vedere e toccare con mano, le novità.


Diciamo che la parte del tabellone delle maschere viene sostituita da questa che vedete nella foto, al quale si aggiungono parte dei tracciati punteggi, una nuova fila di tartarughe e un nuovo sistema per l'azione di determinazione del turno. Ora, con questa espansione, avremo la possibilità di rimarcare il nostro senso di appartenenza ad una delle due fazioni, inglese o francese, usufruendo di maggiore interazione sui laghi e sfruttando i fucili per ottenere migliorie, per commerciare oppure ottenere ancora più punti con le tartarughe.
La cosa mi eccita non poco, ma preferisco fare un articolo a parte, non appena avrò l'occasione di provarla.
Sì, ho strappato la promessa di poterla provare appena possibile, così potrò raccogliere le mie impressioni e condividerle con voi.
Anche questa espansione sarà presentata ad Essen ed io non vedo l'ora di metterci le mani sopra!

Dopo aver spremuto per bene Mario, decido di passare a salutare i ragazzi di Balena Ludens. Angelo l'ho intravisto la sera prima, ma ero probabilmente ubriaco, non avendolo riconosciuto subito, con meno alcool in corpo riesco a connettere e ne approfitto per salutarlo. Una persona piacevole, oltre che ottimo conoscitore di giochi, mi presenta l'altra balena, Capitan Wasp Luca, con la quale faccio immediatamente amicizia.
Ne approfittiamo per giocare insieme, acchiappo Francesca Kikkatnt Galeotti che passa di lì in quel momento e ci mettiamo a giocare a Paper Tales della MS Edizioni.
Pocopiù di un filler di carte, con tanto draft ed un interessante sistema di combattimento.
A mio avviso un bel titolo che mi piacerebbe riprovare, ma in condizioni migliori. Il tavolone doppio non mi permetteva di vedere bene le carte dei miei avversari, quindi non era semplice valutare quali carte era opportuno scartare e quali no. Se vi state chiedendo dove siano le foto, purtroppo con il telefonino scarico non ho potuto scattarne.
Poco male, qualcosa mi dice che avrò comunque l'occasione di riprovarlo a breve e vedrò di rimediare.

La mia maglietta fa molto pizzaiolo, lo so, ma che bella questa foto! Mi rendo conto che con Mercuzio e Paolo, conosco più balene che parenti di mia moglie...

Dopo la partita, giusto il tempo di bere qualcosa insieme al tavolino di uno dei tanti bar della piazza, scambiare quattro chiacchiere piacevoli e per me è già ora di dovere andare.

La mia prima esperienza con GiocAosta si conclude qui, con tanti giochi provati e momenti piacevoli con vecchi e nuovi amici.
A qualcuno su Facebook ho detto che, bisogna riprogrammare le proprie vacanze in base alle date di GiocAosta, non stavo scherzando, per dei gamers come noi un evento come questo è imprescindibile.
Sono felice di esserci stato, due giorni che mi hanno dato tanto.












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