I am Death Now? Ovvero: La morte ti fa puccioso

Di Nicola Patti

Alzi la mano chi non ha mai avuto velleità da scrittore. Eh sì, quanti di noi hanno desiderato più di una volta di sedersi al tavolo e scrivere il romanzo del secolo: l'idea c'era, il tempo pure, la voglia scaturiva da tutti i pori. E invece poi niente.



Personalmente, per un bel po', ho provato anche io, ma solo con racconti. Brevi racconti. Vista la mia proverbiale pigrizia e la mia conclamata difficoltà nel trovare sinonimi, era impossibile pensare di portare a termine progetti più lunghi, figuriamoci un libro. Comunque sia, volenti o nolenti, i miei scritti sono stati pubblicati un po' in qua e là e ho pure vinto qualche premio. Quella parentesi poi si è conclusa, ma ricordo ancora con piacere uno dei racconti a cui sono più legato: parlava di un tizio che incontrava la morte. Per l'esattezza la propria morte. L'idea di base era che per ciascuno di noi esistesse una sorta di Angelo che ci aspettava per l'eternità e che per l'eternità ci avrebbe accompagnato, prendendoci per mano nel momento della nostra dipartita.

Voi direte: e a noi che ce ne frega?

Probabilmente poco, ma è stato il primo pensiero che ho avuto quando mi sono imbattuto nella campagna Kickstarter di “I am Death Now?”, il family game creato da Josh Jack Carl.

Siamo sinceri, chi non vorrebbe vedere Bentley morto male?


Il gioco, pensato per 2-5 giocatori, ci mette nei panni di Aspiranti Morti, nel senso di giovani e inesperti Tristi Mietitori che stanno “studiando” per diventare vere e proprie Nere Signore (sto iniziando già ad avere problemi di sinonimi... si nota?).


Il nostro compito sarà quello di far morire tutte e cinque le nostre vittime predestinate nel minor tempo possibile: a colpi di carte piene zeppe di incidenti a metà tra il buffo e il terribile, dovremo battere in velocità i nostri avversari e ottenere per primi il nostro Certificato di Morte, nel senso di un attestato che dimostra che noi siamo autorizzati a esercitare la professione.

Mortine pucciose e dove trovarle. 

La grafica leggera e divertente, unita ai testi troppo assurdi per essere davvero spaventosi, rendono “I am Death Now?” un titolo perfetto per tutta la famiglia, a discapito della tematica a primo avviso matura e cupa.

La dipendenza linguistica è importante, vista la quantità di testo presente sulle carte. Alla luce però del prezzo contenuto del prodotto base (20 $ più spese di spedizione) possiamo provare a farci incuriosire da questo progetto autoprodotto, dando fiducia a un autore sicuramente interessante.

“Senti, ma se si facesse un altro giochino?”


RIFERIMENTI:

I am Death Now? campagna Kickstarter (kickstarter.com)

Dateci un occhio, altrimenti sarò costretto a farvi leggere i miei racconti.

Commenti

  1. Ciao Nik ! Molto probabilmente non farà parte della mia collezione ma l' idea è simpatica, riesce a trattare un tema molto cupo con una buona dose di leggerezza.
    La citazione del Settimo Sigillo poi è di classe.....(ma Bergman ci avrebbe giocato a I Am Death Now ?)

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  2. Mr Bungle, concordo con te: si può e si deve poter "giocare" su tutto, anche sul tema della morte. L'importante è saper usare al meglio gli strumenti a nostra disposizione e i confini non esistono.

    Mi chiedi se Bergman ci avrebbe giocato... non saprei... mi è sempre sembrato uno pronto a mettersi in discussione, e poi lui è di Uppsala, città in cui ho vissuto un anno, e posso assicurarti che lì è pieno di giocatori. Quindi sì, direi di sì. Se ti viene in mente un gioco che secondo te però è più adatto al vecchio Ingmar scrivimelo pure!

    Nik

    RispondiElimina

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