Era: Il Medioevo, sfida all'ultimo muro.

Di Daniele "Coso" Mariotti

Vi è mai capitato di comprare un gioco senza sapere (quasi) nulla? Senza aver letto una recensione o visto un gameplay? Senza aver letto il regolamento o parlato con qualcuno? Beh, con Era: il Medioevo per me è stato così.

Fidandomi ciecamente di Matt Leacock, autore celebre per la serie Pandemic, mi sono tuffato in questo gioco edito in Italia da Cranio Creations appena è uscito.


Era: il Medioevo (da ora semplicemente ERA) è un gioco competitivo di dadi e costruzione per 1-4 giocatori e prosecutore ideale di Roll Through The Ages. Se dovessimo dargli una connotazione, ERA è un gioco roll&write dove invece di scrivere si costruisce. Per questo è stato coniato il nuovo termine roll&build.
Tralasciando le definizioni come è questo gioco?

Plastica, Plastica… e Plastica!!


All’apertura della scatola ci si trova davanti a due scomparti (uno sopra l’altro) pieni di roba. Nel divisore superiore ci sono rispettivamente le quattro plance giallo melone (e poi non dite che gli uomini conosco solo 4 colori…va bene lo ammetto: lo sono andato a cercare), il blocco segna punti, qualche token, 4 schermi in carta e tanti tanti dadi.
Nello scomparto inferiore invece, divise in bustine numerate, troviamo tutto quello che possiamo costruire durante la partita.
Insieme al gioco vengono forniti poi degli adesivi, da attaccare sulle plance la prima volta (cosa che vi consiglio vivamente di fare) che servono unicamente a rendere meglio visibili le icone stampate. 

Tutti i materiali di gioco sono ben realizzati. Quello che mi ha lasciato spiazzato (e anche un po’ contrariato lo ammetto) sono i colori dei vari componenti. La plancia gialla (ok mi arrendo sul tema colori) l’ho trovata un po’ bruttina (non era preferibile un bel verde prato?) e alcuni edifici sono dello stesso identico colore. Fortunatamente questo aspetto non rovina l’esperienza di gioco, ma solo il senso estetico.
Quello che vi ritroverete quindi è una quantità abbondante di plastica. Vi ho avvertiti: astenersi se amanti del legno!

La plancia è ideata bene. Sopra ci possiamo ritrovare tutto quello che ci serve senza ricorrere al regolamento. Quello che manca sulla plancia è riepilogato all’interno dello schermo giocatore. Comunque, se non fosse sufficiente, a fine regolamento c’è una appendice con tre schemi che spiegano e riassumono tutte le icone di gioco.


Il gameplay


Il setup è abbastanza veloce. Ognuno prende una plancia, inserisce sui vari tracciati presenti un segnalino conta punti, prende uno schermo e un predefinito numero di pezzi tra dadi e edifici da piazzare subito prima di cominciare. La variabilità del gioco al setup è data proprio da come ogni giocatore decide di predisporre i propri edifici che possono essere piazzati su tutto il dominio (la plancia) come si vuole tranne che per la prima fortezza che deve essere inserita obbligatoriamente per tutti al centro del terreno di gioco.

La partita è un susseguirsi di turni fino quando non si innesca la condizione di fine partita che è sempre la stessa, ma varia secondo il numero di giocatori.
I turni a loro volta sono divisi in fasi. Le prime tre possono essere eseguite dai giocatori contemporaneamente, mentre dalla quarta bisogna rispettare l’ordine di turno. 

Le fasi sono:
  • Lancio dei dadi: si possono lanciare i dadi fino a tre volte scegliendo di volta in volta cosa tenere o rilanciare. Se un risultato di un dado riportata teschi, quel dado non può essere rilanciato. 
  • Raccolta: si aggiungono tutte le risorse ottenute dal lancio dei dadi ai vari tracciati sulla plancia.
  • Nutrimento: si spendono tanti punti cibo quanti sono i nostri dadi (che rappresentano le persone della nostra città)
  • Disastri: se i dadi mostrano teschi, a partire dal primo giocatore, si innescano i disastri. La cosa interessante è che i teschi non sono per forza danni a nostro svantaggio. A seconda del numero di teschi ottenuto i disastri possono colpire solo noi, o solo i nostri avversari (che ve ne saranno eternamente grati). Se ve lo state chiedendo la risposta è si: si può giocare anche sui teschi per infastidire gli altri.
  • Costruzione: si possono costruire gli edifici e le mura se si hanno le risorse necessarie e i simboli martelli sui dadi (ogni martello ci consente una costruzione).
  • Estorsione:  in base al numero di scudi e spade ottenuto possiamo difenderci o estorcere risorse agli avversari (altrimenti si prende 1 punto negativo).


L’esperienza di gioco che ne risulta è fluida senza lasciare però particolarmente il segno. Si cercherà soprattutto di ottenere specifiche quantità di risorse per poter costruire determinati edifici. Ogni costruzione all’interno del nostro dominio darà punti a fine partita a seconda della tipologia, ma anche, in alcuni casi, grazie al suo effetto speciale. Questo perché ogni edificio dona un bonus quando lo si costruisce, che può essere di più risorse in fase di raccolta (senza dunque doverle ricercare nei dadi), nuovi dadi con facce più potenti, o bonus punteggio a fine partita per gli edifici più costosi.

Il senso di evoluzione dato dalla costruzione della propria cittadina è buono, senza che il grado di difficoltà ne risenta. Ci saranno però sicuramente momenti in cui dovremo ragionare su come posizionare i nostri edifici, un po’ a mo’ di tetris, considerato che, a fine partita, tutto quello che sarà circondato da mura darà il doppio dei punti.

Come ogni gioco di dadi la componente di fortuna è preponderante, ma sono state inserite all’interno del gioco varie modalità per poterla abbattere o controllarla. Il fatto poi che i teschi possano non essere un elemento negativo per chi li ottiene fa si che non ci si senta troppo colpiti dalla sfortuna.
Gli edifici sono in numero limitato e chi prima riuscirà ad accaparrarseli meglio starà (si possono costruire anche più edifici della stessa tipologia). Se si è in 2/3 giocatori il gioco termina quando 3 tipologie di edifici sono finiti nella riserva (quindi sono stati costruiti), in 4 giocatori quando terminano 5 tipologie. A quel punto, finito il round si calcoleranno i punti.


ERA è un bel gioco. Se vi siete annoiati dei soliti roll&write che rimandano l’esperienza di un solitario di gruppo, può fare al caso vostro. L’interazione alla fine non è altissima anche se presente. Darsi fastidio si può, senza però rovinare l’esperienza di gioco. Se considerate ad esempio che la fase Estorsione viene temporalmente dopo la fase Costruzione, questo vi fa capire che potrete sempre costruire con le risorse da voi acquisite senza che qualcuno vi rubi ciò di cui avete bisogno.

In 2/3 giocatori il gioco è più strategico, in 4 dà più il rimando di una corsa all’acquisizione degli edifici e a muri (in 4 non tutti riusciranno a chiudere le proprie mura).

Particolari della Collector Pack 1

Per ERA è uscita una collector pack (già introvabile) che era reperibile sul sito della Eggertspiele (per scelta dell’editore tedesco questa espansione era acquistabile solo sul loro sito online). In questa mini espansione sono presenti 2 nuovi edifici da sostituire a quelli del gioco base.
Sempre sul sito dell’editore tedesco si può ancora recuperare il playmat, che era stato ideato dalla Eggertspiele inizialmente solo per le fiere, ma che poi ha reso disponibile a tutti.

Inoltre, è stata già annunciata la prima espansione che introdurrà nuovi elementi di gioco per arricchire la nostra cittadina. ERA è il primo gioco di una trilogia già, per buona parte, ideata e realizzata di cui sono sinceramente curioso di conoscere l’evoluzione.


Commenti

  1. Mi sembra molto interessante! Peccato per tutta quella plastica.. Tutti quei buchi mi fanno troppo effetto battaglia navale! Mi hai messo voglia di provarlo, comunque, Daniele. O, Coso..? Come dobbiamo chiamarti, nuovo fustellatore??

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    1. A me ricordano le basette per le esercitazioni di elettronica 😅

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    2. Va benissimo anche Coso😁😁. Felice di averti incuriosito

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