Intervista a "La Plancia Piena": Covid e Associazioni ludiche
di Nicola Mosca
Arriva finalmente l'estate e come
ogni anno ci si sente un po’ più liberi. Quest'anno però c’è un profumo
speciale nell'aria. Il passaggio da un periodo di chiusura totale, dovuto
all'evento storico più anomalo che potessi aspettarmi nella mia vita, all'arrivo dell’estate, sembra far risaltare ogni possibile attività ricreativa che si
possa svolgere in questi giorni. Allo stesso tempo però, ci sono tuttora molte
restrizioni, perché il lockdown post pandemia è terminato, ma non siamo usciti
del tutto dal rischio Covid-19.
Tra le tante attività in difficoltà per la gestione dell’esposizione al pubblico in questi mesi, ce n’è una tipologia particolarmente cara a noi giocatori: le Associazioni Ludico-Culturali.
Una serata de La Plancia Piena nella attuale sede |
Ho pensato di intervistare un mio caro amico, presidente di una di queste tante realtà di cui è costellata il nostro paese, “La Plancia Piena”. Lui si chiama Carlo Gervasio, che ringrazio ovviamente per la disponibilità, ma soprattutto in quanto ritengo che sia una delle persone che in qualche modo ha influenzato tutto il percorso che ho affrontato nel mondo dei giochi da tavolo, in quanto la sua associazione è stata quella che mi ha fatto scoprire cosa si nascondesse dietro un mondo che all'epoca conoscevo solo in superficie.
N: Ciao Carlo. Raccontami cos'è La Plancia Piena e qual è il tuo ruolo.
C: La Plancia Piena è un progetto
nato per gioco da un gruppo di amici nel 2015. Abbiamo iniziato organizzando
alcuni eventi ludici cittadini per persone di tutte le età, anche avulsi fino a
quel momento al mondo dei giochi da tavolo. Visto l’ottimo riscontro, abbiamo
pensato di fondare un'associazione nella nostra città, Molfetta (ndr provincia
di Bari), con lo spirito di promuovere quella che fino ad allora era solo una
nostra passione personale. Negli anni abbiamo raccolto tra i 100 e 300 soci, un
buon successo per quanto ci eravamo prefissi. Io ne sono il presidente e in
quanto tale ho cercato di trainare il gruppo, fondando il direttivo con altri 9
soci fondatori.
N: Qual è la vostra mission?
C: La mission è quella di far
riscoprire il piacere di essere seduti intorno a un tavolo tra amici,
condividendo esperienze, tempo, momenti di relax e divertimento, dando quel
quid in più in quanto i titoli proposti fanno parte di quella categoria che a
volte viene definita dei “giochi intelligenti”, ovvero che puntano a sviluppare
capacità matematiche, deduttive e logiche oltre che al fornire benessere
individuale attraverso la socialità. Nella visione comune c’è un’idea legata ai
grandi classici. In realtà c’è stata una grande evoluzione negli ultimi anni,
come noi appassionati ben sappiamo, e abbiamo provato a condividere la nostra
passione.
Alcuni dei soci fondatori. Da sinistra a destra: Valentina, Michele, Vincenzo, Antonello, Pasquale, Fabiola, Gianluca and last but not least il buon Carlo |
N: Cosa vi permette di
affrontare le spese mensili? Quali sono i vostri introiti?
C: Noi abbiamo scelto di essere
una realtà no-profit, dedicando il nostro tempo libero in questo progetto. Le nostre
fonti di sostentamento sono le quote associative (ndr 10€ annui), i contributi
volontari dei soci o di chi ci ospita all'esterno della sede per eventi
promozionali. Anche se si parla di piccole cifre, ci hanno permesso di coprire
i costi, che in gran parte sono legati alle spese di affitto degli spazi
associativi.
N: Quali difficoltà può
incontrare un progetto come il vostro in Italia? Chi vi supporta e cosa vi
ostacola?
C: Generalizzare in questo caso è
difficile, perché ad esempio ci sono realtà comunali più attente a supportare
le attività culturali e di promozione sociale e che quindi decidono di dedicare
parte dei fondi della propria amministrazione a questo tipo di realtà e altre
meno. Purtroppo, nel nostro caso, non siamo mai riusciti ad avere sostegno
delle amministrazioni locali sia in termini di sostegno alle spese, sia in
termini di possibilità di ottenere spazi comunali da poter rivalorizzare con la
nostra attività. Fondamentalmente la difficoltà più grossa che abbiamo
incontrato è incentrata sul bilanciare adeguatamente le spese, non avendo
introiti fissi, ma in gran parte soggette al buon cuore di chi partecipa alle
nostre iniziative.
N: So che siete associati a
Federludo. Potresti descrivermi cos'è e il perché di questo legame?
C: Federludo è un progetto nato
nel 2017 durante Lucca Comics & Games unendo rappresentanti di associazioni
e appassionati del mondo ludico, uniti dall'intento di realizzare una
federazione ludica, al pari di quello che potrebbe esser il CONI per il mondo
sportivo, che possa dare supporto a livello nazionale alle associazioni
ludiche. Attualmente più di 25 associazioni ne fanno parte e fornisce
consulenza sia in fase di avvio di una attività associativa, sia lungo il
percorso di gestione con le normative, che sono continuamente in evoluzione.
Seguirle in autonomia spesso non è semplice, specialmente se si è estranei al
mondo giuridico e un aiuto di questa tipologia risulta fondamentale. Inoltre
promuove e da voce a piccole realtà che da sole potrebbero essere poco
visibili.
Un incontro di Federludo a Modena Play '19 (estratta dalla loro pagina Facebook) |
N: Il periodo di lockdown ha
generato crisi profonda in moltissimi settori. Cosa ha significato per voi?
C: Innanzitutto ci è stata data
la possibilità di sospendere i costi di affitto e le utenze e questa è stata
una manna dal cielo. Le difficoltà più grandi le abbiamo riscontrate con le
indicazioni e le norme giustamente imposte, che ahimè fondamentalmente sono
l’opposto di quello che è lo spirito con cui nasce la nostra iniziativa. In
realtà come la nostra si cerca di aggregare, cercare il contatto, in
contrapposizione rispetto all'isolamento che avviene con i giochi virtuali,
stando seduti intorno ad un tavolo condividendo momenti ed elementi di gioco.
Tutto questo è divenuto impossibile, quindi abbiamo dovuto sospendere ogni
attività per cautelare i primis i soci oltre che noi stessi. La tecnologia ci
offre la possibilità di virtualizzare il gioco da tavolo usando piattaforme
digitali (ndr Tabletop Simulator, Boardgame Arena, etc.). Alcune realtà associative
hanno puntato su queste metodologie per tener vive le attività, ma nel nostro
caso le abbiamo scartate perché non coerenti con la nostra idea, considerando
che il nostro target si rivolge in gran parte a non appassionati, che
difficilmente trovano interesse in questo tipo di soluzioni.
N: Ora che il lockdown è
terminato, una realtà come la vostra può riaprire al pubblico?
C: In un periodo iniziale nessuno si era preoccupato di emanare decreti in merito per permettere una riapertura. In una fase successiva c’è stato un tentativo che però a nostro avviso era totalmente impraticabile. Oltre alle indicazioni per tutte le attività esposte al pubblico come rilevazione della temperatura all'ingresso, rispetto delle distanze interpersonali e obbligo di utilizzo delle mascherine, è stato richiesto di sanificare ogni componente utilizzato in gioco dopo ogni utilizzo. L'effort fisico ed economico, oltre alla possibilità di rovinare la nostra collezione associativa, ci ha impedito di prendere in considerazione una riapertura, considerando inoltre che tutte le attività sarebbero state snaturate dal clima che si sarebbe creato. Infine, c’è stata una correzione della normativa, aggiungendo la possibilità di evitare la sanificazione, lasciando i giochi ad arieggiare per 72h dopo l’utilizzo, rendendo così valutabile un nuovo inizio delle iniziative.
Tabletop Day 2016: bei tempi. |
N: Effettivamente pensi che ci
sia chiarezza a riguardo?
C: Ad ora sì, perlomeno.
N: Quali sono i piani per il
breve/medio termine per la vostra realtà?
C: Per ora abbiamo comunque deciso di non riprendere le attività associative. Un po’ perché nel periodo estivo, da sempre, riscontriamo un calo di ingressi; viviamo in località vicine al mare, dove le temperature sono elevate e si preferisce spesso stare all'aperto, eventualmente usufruendo dei numerosi locali dislocati sulla costa. Un po’ perché, come detto poc'anzi, queste norme snaturano lo spirito di aggregazione che una associazione come la nostra vuole promuovere, senza considerare che per permettere ai giochi di areare, abbiamo ipotizzato di organizzare serate a distanza di almeno 3 giorni, ma di fatto così si impedisce a gruppi diversi di giocare agli stessi titoli. Organizzare serate con spese più elevate rispetto al solito, per un numero ristretto di persone, paventando l’impossibilità di sostenere economicamente il tutto, ci ha fatto propendere per un’attesa verso un eventuale miglioramento della situazione, ipotizzando di rivalutare tutto a settembre. Speriamo di superare tutto questo, augurandoci di rientrare a Molfetta (ndr per problematiche legate all'impossibilità di mantenere una sede nella cittadina di origine con costi sostenibili, da dicembre 2018 La Plancia Piena si è trasferita nella limitrofa Bisceglie, in questo caso condividendo un luogo con altre realtà associative). Speriamo di trovare uno spazio adatto alle nostre esigenze e a nostro esclusivo utilizzo, perché gestire le normative di cui si parlava precedentemente in uno spazio condiviso non aiuta, mettendoci in ulteriore difficoltà difronte ad una situazione già di per sé complessa. Chissà che non giunga quel supporto delle istituzioni che non abbiamo riscontato in precedenza.
Ehi Carlo, ma chi era quel tipo che si è fatto la foto con noi a Essen '19? |
Riferimenti:
La Plancia Piena - Pagina ufficiale (facebook.com)
Ordinanza n. 255 Regione Puglia - Riapertura Circoli culturali e ricreativi (comune.molfetta.ba.it)
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